Il confronto era comunque testa a testa sul valore dei giocatori...

Corso famoso per la sua indolenza, oltre che per le punizioni. Donadoni effettivamente era un giocatore al contrario di grandissima dinamicità, uno dei giocatori più spettacolari che abbia potuto seguire.
Mi pare che Platini abbia detto di lui addirittura che sia stato il giocatore più importante degli ultimi 30 anni per le sue peculiarità tecnico-tattiche.

_________________
https://www.youtube.com/watch?v=LO8myw91c_I
https://www.youtube.com/watch?v=2_eAufgvYe8
http://www.youtube.com/watch?v=KB-JPQ1nhDo
http://www.youtube.com/watch?v=nIdLfe5BA30
http://www.youtube.com/watch?v=1fq1MircQDo

Come forza individuale e di squadra e qualità del gioco, io scelgo il Milan 1988-89.
Ma non è nemmeno uno scandalo scegliere l'Inter 1964-65.

Erano due modi di giocare completamente diversi e per questo imparagonabili, però come valore della rosa credo che quel Milan avesse qualcosa in più...

sicuro. Proprio per quello ho sottolineato “il gioco". Il gioco del Milan, offensivo e “tuttocampista”, mi piace di più come modo di intendere il calcio, per quanto ammiri e sottolinei i meriti del gioco all'italiana, che tante soddisfazioni ha regalato al nostro Paese e tanti topi ha fatto ingoiare a tutti gli altri.

Personalmente il giuco quel Milan lo vedo molto meno tuttocampista di quello dell'Ajax o adirittura del Grande Torino (squadra che aveva un numero impressionante di giocatori polivalenti). Ad esempio Baresi faceva il direttore d'orchestra in difesa (cioè il libero), Costacurta lo stopper, Maldini e Tassotti solcavano le fasce laterali, Van Basten faceva il centravanti. Gli unici giocatori tuttocampisti e veramente ecclettici erano Rjkaard, che era un mediano difensivo che aveva eccellenti tempi d'inserimento, Gullit, una seconda puta atipica e Donadoni che spesso svariava al centro partendo da destra.

La Grande Inter era un'incredibile insieme di "finti": un finto terzino (Facchetti), un finto centravanti (Peirò), una finta ala sinistra (Corso), una finta mezz'ala (Mazzola)

Due grandi ormazioni sotto tutti i punti di vista, ma ripeto, considero quel Milan più forte e completo in ogni reparto...

Se il confronto è con il Grande Torino e l'Ajax, il Milan di Sacchi è stato forse meno “tuttocampista”, anche se sono epoche diverse, gli avversari erano diversi, il contesto tattico era diverso, dunque trarre paragoni a spanne è molto molto arduo. L'impronta era comunque quella olandese-magiara-zonista, squadra corta, pressing, mentalità offensiva; di certo, non parliamo di una formazione figlia del calcio italiano. E io preferisco come tipo di calcio, quello di quel Milan. Questo volevo dire.
E' comunque una preferenza personale che non ritengo sia giusto infliggere a nessuno.
Se parliamo non di gioco espresso, ma di valori assoluti, individuali e di squadra, penso comunque, come te, che il Milan di Sacchi avesse qualcosa in più della Grande Inter. Se tenti un confronto 11 vs 11, penso che la somma premierebbe i rossoneri.

Il mio intento era di evidenziare che sia il Milan degli olandesi e la Grande Inter erano squadre molto complesse dal punto di vista tattico e anche originali e non delle mere fotocopie del calcio totale o di quello all'italiana....

Ciccio ti quoto: il Milan rivoluzionò l'approccio delle squadre italiane, ma dal punto di vista tattico era molto meno totale dell'Ajax o dell'ultimo Barcellona. L'Ajax schierava 6-7 uomini ovunque, un finto centravanti come Cruijff (in realtà una specie di mezzala), il Barcellona è arrivato a mettere in campo 8 centrocampisti, una roba assurda e mai vista, ha giocato quasi senza stopper e senza centravanti riuscendo comunque (quasi sempre) a fare benissimo.

Nel Milan i ruoli erano italianamente più marcati e tradizionali, le rivoluzioni furono l'adozione sistematica del pressing e l'atteggiamento aggressivo.

Secondo me l'unica vera innovazione che portò quel Milan fu l'introduzione una sorta di "catenaccio aggressivo", cioè Sacchi alzò la linea difensiva di quei fatidici dieci metri in più rispetto alle difese alte precedentemente schierate. Si formò quindi una doppia barriera (4 difensori + 4 centrocampisti) assolutamente impenetrabile per gli avversari. Non è un caso che Sacchi finì in difficoltà quando anche le altre squadre finirono per adottare le stesse emdesime tattiche (vedi Medellin e Marsiglia), ma sono argomenti che abbiamo già straripetuto...