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Juventus - Inter 0-1 a cura di F.S.
A una settimana dal campionato, va in scena uno dei più importanti appuntamenti estivi: l'assegnazione della Supercoppa Italiana.
Teatro del match che contrappone i campioni d'Italia con i vincitori della Coppa Italia, è Torino, tana della Juventus di Capello, che porta il triangolino tricolore sul petto.
A portare la coccarda è, invece, l'Inter di Mancini che, dopo essersi preoccupata di costruire un'importante base tecnica nella stagione scorsa, ha passato l'estate a rinforzarsi ulteriormente e a trovare quelle conferme che in questo periodo hanno valore relativo.
Ma quando Agosto volge al termine, il calcio vero si avvicina.
E ieri è accaduto proprio questo: un match dal grande agonismo e dall'alto livello di competività, con andamento equilibrato e incerto, risolto dal colpo di un campione.
La Juventus schiera la migliore formazione possibile, con le sole assenze di Buffon (sostituito da Chimenti e non da Abbiati, giudicato non ancora pronto) e Thuram (rilevato dal croato Kovac).
Dunque difesa composta da Zebina, Kovac appunto, Cannavaro e Zambrotta; in linea mediana Camoranesi, la coppia tanto chiacchierata Emerson-Vieira e Nedved, mentre davanti ci sono Trezeguet e Ibrahimovic.
L'Inter è in versione 2004-2005, ossia senza nuovi acquisti.
Tra i pali Toldo, linea difensiva composta da Zanetti, Cordoba, Materazzi e Favalli; reparto centrale formato da Zè Maria, Cambiasso, Veròn e Stankovic e in attacco Adriano e Martins, coppia altrettanto chiacchierata.
Le condizioni atmosferiche non sono ideali: a Torino piove copiosamente e il campo può recare insidie soprattutto ai portieri.
Si inizia senza grandi sussulti, con la Juventus che sembra avere un approccio migliore.
I campioni d'Italia cercano di dettare il ritmo della partita e impossessarsi del pallino del gioco.
L'Inter controlla senza soffrire, poi cresce e la palla transita più tra le gambe nerazzurre che in quelle bianconere.
A parte qualche nota disciplinare (ammonizione per Stankovic e per Veròn), per segnalare la prima grande occasione dell'incontro bisogna aspettare il minuto 26: Adriano è protagonista di uno splendido spunto, salta Cannavaro che tenta di recuperare alla disperata mentre Kovac, seriamente preoccupato, interviene contemporaneamente.
La palla schizza e si trova tra i piedi di Martins, che potrebbe sparare a rete ma preferisce cercare di evitare il vicino Zebina, che invece tocca il pallone e da orgine a un'altra strana carambola che supera Chimenti e viene provvidenzialmente deviata da un intervento alla disperata di Zambrotta.
Al 28' la Juve risponde con un sinistro di Ibrahimovic dal limite dell'area che Toldo respinge in maniera goffa, non aiutato dal terreno bagnato; bravo Materazzi ad arrivare primo sulla respinta e allontanare il pallone.
Dopo due minuti Martins, più veloce di testa e di gambe di Vieira, ruba la palla al francese e tenta d'involarsi in contropiede: il francese lo stende e per lui arriva il meritato giallo.
Al minuto numero 32 ecco arrivare dalla destra una splendida parabola di Zè Maria: Chimenti è provvidenziale nell'uscita per anticipare Adriano, che altrimenti avrebbe colpito a botta sicura.
In quest'altalena coinvolgente di emozioni, tocca alla Juve avvicinarsi alla rete: Camoranesi, in una delle poche occasioni in cui riesce a mettersi in moto, effettua un traversone sul secondo palo, dove Ibrahimovic anticipa Materazzi e fa la sponda verso Trezeguet, anticipato da uno strepitoso intervento di Cordoba.
Il tempismo e l'acrobazia del nerazzurro valgono, a conti fatti, un gol.
Il finale di tempo è a tinte bianconere: l'Inter si sbilancia un po' e perde qualcosa in termini di compattezza.
Così prima Ibrahimovic spreca malamente un due contro uno potenziale, con un controllo pessimo che permette a Cordoba si sbrogliare un'intricata situazione e poi lo stesso svedese serve Trezeguet in area e il francese fredda Toldo.
La bandierina alzata strozza l'urlo bianconero in gola e quando arriva il replay a chiarire la situazione, si ha modo di notare che la posizione del francese era regolare, visto che Zanetti non era adeguatamente salito.
Primo tempo che si chiude quindi con un'ombra, dopo un match equilibrato.
Nell'Inter una buona prestazione, senza particolari picchi individuali: la difesa ha retto anche se a volte la squadra si è sbilanciata un pochino, soprattutto quando Favalli è salito a sinistra e Stankovic non è riuscito a coprire.
Veròn non sembra avere il piede caldo come nelle occasioni migliori,le ali sono un po' timide mentre la giovanissima coppia di avanti nerazzurri, fa vedere qualche pezzo pregiato del repertorio ma nel concreto non riesce a fare male.
Situazione abbastanza speculare nella Juve, con la coppia Emerson-Vieira che deve ancora lavorare nei meccanismi, un Camoranesi un po' spento e una difesa che comunque ha retto alla prova del fuoco dell'Inter.
Il secondo tempo si apre nello stesso modo del primo: la Juve ha un approccio migliore e s'impossessa del pallino del gioco.
Il dominio non produce particolari occasioni fino al minuto numero 10, quando Ibrahimovic punta Materazzi e riesce a concludere di sinistro, impegnando Toldo che respinge ma non blocca e deve poi rimediare su Trezeguet, in posizione ravvicinatissima e di fuorigioco.
Poi al 12', da un lungo spiovente, stacca Vieira e, a Toldo battuto, la palla finisce sul palo.
L'Inter fatica a rientrare in partita, così Mancini s'inventa una nuova mossa: dentro Pizarro per Zè Maria, col cileno a duettare in mezzo al campo con l'argentino e Martins allargato a destra.
Si disegna quindi un inedito (almeno in questi termini) 4-5-1, che ha l'obiettivo di far diventare padroni del gioco i due palleggiatori nerazzurri.
Al 14' bel diagonale di Adriano col piede meno agevole e da posizione defilata; Chimenti risponde prontamente e Cannavaro libera.
Al 18' i nerazzurri sono costretti al secondo cambio: Materazzi deve uscire per infortunio, dopo un intervento su Ibrahimovic.
Al suo posto entra in campo il secondo neo-acquisto, ossia Samuel, dato ancora in ritardo di condizione, cosa che successivamente avrà modo di dimostrare.
Al 22' l'Inter si fa pericolosissima: Adriano di tacco elude l'intervento di Cannavaro e serve splendidamente Martins che evita Chimenti e, a porta spalancata, non finalizza e subisce il ritorno di Zambrotta.
Anche la Juve ridisegna il suo assetto: al 25' dentro Del Piero per Camoranesi, con Pinturicchio che si sistema a destra, in una posizione "non da seconda punta".
Dopo tre minuti tocca proprio a lui l'occasione più clamorosa della gara: un rinvio di Samuel sbatte su Zanetti e favorisce Nedved che centra per Trezeguet.
Il francese non ci arriva e la palla capita sul piede di Del Piero, che la spedisce altissima.
La Juve non concretizza, l'Inter supera il momento difficile e riesce a serrare le fila e a non correre più particolari pericoli: conseguenza naturale di questa situazione è l'approdo ai tempi supplementari.
Al minuto numero 6 del primo tempo supplementare arriva l'episodio che decide la gara: un lancio lungo per Adriano è ben addomesticato dal brasiliano che, dalla linea fondo, è bravissimo a tenere Cannavaro a distanza e scaricare al limite dell'area per l'accorrente Veròn che di destro fredda Chimenti sul primo palo.
E' il gol che decide la gara.
La Juve non avrà adeguate energie per portarsi pericolosamente dalle parti di Toldo e, nonostante la girandola di cambi succedutisi (dentro Zalayeta e Mutu per Zebina e Trezeguet da una parte, dentro Recoba per Martins dall'altra) l'andamento della gara non subisce particolari picchi emozionali.
Fa eccezione solo un brivido procurato da Toldo, con un'uscita sbagliata su calcio piazzato, a cui deve rimediare Adriano quasi sulla linea di porta; tutto questo allo scadere del primo tempo supplementare.
Nel secondo tempo supplementare il protagonista è Pizarro: il cileno gioca con saggezza il pallone, guadagna molti falli preziosi, si prende le sue responsabilità e aiuta la squadra a far passare il tempo con più serenità.
Alla fine l'Inter alza la coppa al cielo di Torino e, ricordando la storia recente, sembra la fine di un incubo.
E' una vittoria indicativa del cambiamento che ha interessato questa società dalla scorsa stagione ad oggi.
Mancini sta ripercorrendo in tutto le orme dell'Eriksson biancoceleste, con una Coppa Italia come primo trofeo e con la conseguente vittoria della Supercoppa in casa della Juventus, oggi come allora campione d'Italia.
Come sia proseguita quella (biancoceleste) storia lo sappiamo tutti; ora si è curiosi di vedere come proseguirà questa (nerazzurra).
_________________ PAZZO E' CHI CONTRASTA CON LE STELLE (E/O CON LIONELLO)
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